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diablino - Sapiens Sapiens - 1517 Punti
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salve raga mi è stato assegnato un questionario sul libro di umberto eco "il nome della rosa" mi manka l'ultima domanda x kompletarlo ma nn sn riuscito a farla...la domanda è: Qual'è la valenza simbolica dell'incendio della biblioteca?
vi ringrazio in anticipo e nn siate trpp stringati nella risposta!
Questa risposta è stata cambiata da eleo (09-12-13 12:02, 10 anni 10 mesi 26 giorni )
16 anni 9 mesi 24 giorni fa
Francy1982 - Mito - 119085 Punti
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Nonostante la quasi totale libertà di movimento concessa all'ex-inquisitore, altre morti si susseguono e sembrano tutte ruotare attorno alla biblioteca, vanto e onore del monastero, e ad un misterioso manoscritto. La situazione è complicata dall'imminente convegno e dalla scoperta, fatta dall'inquisitore Bernardo Gui, di due eretici della setta dei Dolciniani profughi presso l'Ordine dei Benedettini (il cellario e il suo aiutante semianalfabeta): così, in un'atmosfera inquietante, tra discorsi sulle donne, oggetto della perdizione del mondo, e sull'eresia, così antichi e al tempo stesso così moderni e attuali, Guglielmo e Adso si avvicinano sempre più alla verità, fino a scoprire il misterioso manoscritto (il secondo perduto libro della Poetica di Aristotele, che tratta della commedia, e dunque del riso e dello scherzo) per cui così tanti monaci sono morti e il misterioso assassino che così bene ha colpito nel monastero.
Alla fine, scoperta ogni cosa, i due protagonisti si allontanano, mentre la biblioteca brucia nell'incendio verificatosi nella confusione: Jorge tenta di mangiarsi le pagine del manoscritto e poi fugge, alché un lumino caduto fa prendere fuoco ai libri. Jorge è quindi lucidissimo nel suo proposito di salvare l'umanità dalla pericolosa riscoperta del libro di Aristotele. In tema di citazioni e ammiccamenti più o meno nascosti (di cui il romanzo è disseminato dall'inizio alla fine) è abbastanza palese che tanto il nome di questo personaggio (Jorge da Burgos), quanto il trinomio cecità/biblioteca/labirinto a lui collegato, costituiscano un'allusione nemmeno troppo velata allo scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Una curiosità legata al titolo del romanzo, è (parzialmente) svelata alla fine del libro, dove l'ormai vecchio narratore Adso da Melk conclude il suo racconto con un'espressione latina :"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" (la rosa primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi). Si tratta di un messaggio che porta a riflettere affinché non si presuma di essere depositari di verità assolute, in quanto queste saranno sempre contestabili, se non addirittura risibili.(tratto da wikipedia)
..o anche...
Scorrono dunque davanti ai nostri occhi architetture e paesaggi medievali: la vita quotidiana di un'abbazia, gli amanuensi al lavoro nello scriptorium, intenti alla trascrizione dei codici, le raffinate miniature dal caldo impasto cromatico, il disegno fantastico dei bassorilievi. Le immagini ci richiamano la storia appassionante del 1300: i prestigiosi ordini monastici, lo spostamento della sede papale da Roma ad Avignone, i difficili rapporti tra Papato e Impero, i processi con i terribili inquisitori e le condanne degli eretici al rogo. Ovviamente, data la condensazione visiva propria del film, soltanto la lettura del romanzo ci fa apprezzare il fascino di certi ampi passaggi del discorso narrativo, quale ad esempio la lunga dichiarazione d'amore mistico-erotica del giovane Adso ad una fanciulla; soltanto la lettura può farci cogliere la trasparenza a volte maliziosa delle citazioni che danno al romanzo un'intonazione inconfondibilmente moderna (vedi la frase: Elementare, mio caro Adso! che richiama fonicamente e spiritosamente Elementary, mister Watson! di Sherlock Holmes). Tra le citazioni infatti, quelle tratte dal genere poliziesco sono le più evidenti: la serie delle morti inspiegabili, la figura dell'investigatore che svolge l'indagine, il senso di suspense, i colpi di scena, perfino l'oggetto misterioso costituito da un prezioso codice contenente il secondo libro della Poetica di Aristotele dedicato alla commedia, cioè al riso e che non deve essere conosciuto secondo la concezione tetra della cultura propria di padre Jorge, il quale nella sua follia conservatrice provocherà l'incendio dell'intera biblioteca (tratto da www.repubblicaletteraria.it)
...ancora...
Le indagini di Guglielmo e del novizio Adso che si affeziona sempre più al suo maestro, sono trascurate momentaneamente prima della morte dell’erborista Severino a causa dell’inquisitore Bernardo Gui giunto all’abbazia per combattere l’eresia, il quale, per mettere in mostra la sua persona, trae conclusioni affrettate prima sul rapporto tra salvatore e una fanciulla e poi sul cellario, appartenente assassinio di Severino. Dopo numerose svolte e scoperte circa il passato e i segreti dell’abbazia, grazie a diverse traduzioni del deceduto Venazio, esaminate da Guglielmo, e grazie, infine, ad una pista tratta dall’Apocalisse, si viene a scoprire che tutto è avvenuto per opera di Jorge, monaco cieco e di conseguenza molto acuto, il quale, per conservare l’amore dell’abbazia, impedisce a tutti i monaci la conoscenza dell’entrata ai “finis Africae”e del secondo libro di Aristotele. Durante l’ultimo colloquio avvenuto tra Jorge e Guglielmo prima dell’incendio alla biblioteca, il primo tenta di uccidere l’ex inquisitore trascurando per un attimo la sua acutezza non conseguendo il risultato voluto. Al contrario riesce a limitare la diffusione dei segreti dell’abbazia appiccando un incendio e facendo bruciare il libro. Il romanzo termina con alcune nozioni filosofiche, citate dopo il racconto della separazione tra Guglielmo e Adso, il quale dice inizialmente di aver trovato un manoscritto con questa storia. (tratto dagli appunti di SKUOLA.NET)
16 anni 9 mesi 24 giorni fa
diablino - Sapiens Sapiens - 1517 Punti
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raga mi servirebbe il preciso signifikato dell'incendio della biblioteca puo essere qlks tipo l'apocalisse???
16 anni 9 mesi 24 giorni fa
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