Recensione del libro Il nome della rosa dello scrittore Umberto Eco, con analisi dei personaggi.
…continua
di issima90
(18667 punti)
6' di lettura
3,5 / 5 (2)
IL NOME DELLA ROSA
di Umberto Eco
Breve trama: il romanzo narra le vicende, spesso tragiche, che vengono a consumarsi in una grande abbazia nota per la sua biblioteca. Il racconto inizia con l’arrivo all’abbazia del novizio Adso e del suo maestro Guglielmo da Baskerville, al quale, già distintosi per il ritrovamento del cavallo Brunello che lui nemmeno conosce ed ha mai visto, l’abate Abbone affida il compito di indagare sulla misteriosa morte del monaco Adelmo.
Ma quest’ultimo è solo il primo di numerosi decessi che a Guglielmo sembra no sempre più misteriosi e soprattutto che sono legati al passato dell’abbazia.
Mentre il primo cadavere si rivela essere frutto di un suicidio, le morti seguenti sono causate per la maggior parte da un libro avvelenato e per il resto sono omicidi.
Le indagini di Guglielmo e del novizio Adso che si affeziona sempre più al suo maestro, sono trascurate momentaneamente prima della morte dell’erborista Severino a causa dell’inquisitore Bernardo Gui giunto all’abbazia per combattere l’eresia, il quale, per mettere in mostra la sua persona, trae conclusioni affrettate prima sul rapporto tra salvatore e una fanciulla e poi sul cellario, appartenente assassinio di Severino. Dopo numerose svolte e scoperte circa il passato e i segreti dell’abbazia, grazie a diverse traduzioni del deceduto Venazio, esaminate da Guglielmo, e grazie, infine, ad una pista tratta dall’Apocalisse, si viene a scoprire che tutto è avvenuto per opera di Jorge, monaco cieco e di conseguenza molto acuto, il quale, per conservare l’amore dell’abbazia, impedisce a tutti i monaci la conoscenza dell’entrata ai “finis Africae”e del secondo libro di Aristotele. Durante l’ultimo colloquio avvenuto tra Jorge e Guglielmo prima dell’incendio alla biblioteca, il primo tenta di uccidere l’ex inquisitore trascurando per un attimo la sua acutezza non conseguendo il risultato voluto. Al contrario riesce a limitare la diffusione dei segreti dell’abbazia appiccando un incendio e facendo bruciare il libro. Il romanzo termina con alcune nozioni filosofiche, citate dopo il racconto della separazione tra Guglielmo e Adso, il quale dice inizialmente di aver trovato un manoscritto con questa storia.
Personaggi:è questa, diciamo, la parte più ricca del romanzo in quanto sono i personaggi a caratterizzare soprattutto i mutamenti e i misteriosi segreti che la biblioteca nasconde. Il protagonista è Guglielmo da Baskerville, l’inquisitore che viene convocato all’Abbazia di Melk per svelare l’enigma che avvolge la morte del monaco Adelmo. La sua persona si dimostra singolare grazie alla sua nobile capacità di non fermarsi dinanzi all’apparenza ma è un esempio per l’apprendista e novizio Adso, il quale impara a raggiungere uno scopo in primo luogo per propria curiosità personale. Si riconosce nel protagonista una personalità molto gagliarda ma allo stesso tempo un individuo che sa adeguarsi alle situazioni e soprattutto ai personaggi cui si trova di fronte. In secondo luogo può collocarsi la persona di Adso, giovane novizio che accompagna Guglielmo nella sua missione. Nonostante la sua inesperienza, il giovane impara a conoscere le differenti personalità degli individui, specialmente quelle misteriose e insolite dei monaci. Da costoro è costituita la maggior parte dei personaggi secondari, che qualificano la diversità di ogni momento e ogni parte del romanzo.
Tematiche: parallela al racconto giallo vero e proprio, avviene l’esposizione di pochi, ma per questo ricchi, temi, soprattutto di carattere storico. Legato alla formazione dei nuovi ordini religiosi si volge il racconto della nascita delle eresie e, in particolare dell’aggressività che note persone, come lo stesso Pontefice, nutrono nei confronti di queste eterodossie. Avviene perciò più volte l’elencazione dei vari atteggiamenti assunti verso questi nuovi ordini e in particolare verso i loro esponenti. Uno di questi è fra Dolcino del quale si raccontano spiacevoli storie circa la sua atroce morte. Grazie alla diversa provenienza dei numerosi frati e monaci dell’abbazia, si assiste ad un dibattito e ad uno scambio di idee che ognuno, a seconda dell’ordine cui appartiene, gestisce come meglio crede, secondo le proprie opinioni.
Un altro tema, anche se minore, è l’andamento della vita religiosa, in questo caso di un’abbazia: è inverosimile, innanzitutto come una scelta di vita così altruista, segua delle regole così ferree come il silenzio o il mettere da parte la curiosità di fronte ai numerosi segreti che l’abbazia nasconde.
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